In passato era uno dei motivi di esclusione ma oggi, per il 94% dei gestori europei, Il settore “difesa” può essere ESG.

Il Contesto

Nei mesi precedenti l’invasione russa dell’Ucraina, le azioni del settore della difesa in Europa erano sotto pressione a causa della crescente popolarità degli investimenti ESG (ambientali, sociali e di governance). Molti fondi ESG evitavano di investire nel settore della difesa, causando un divario di valutazione tra le aziende della difesa europee (linea blu) e l’indice MSCI Europe (linea nera). Negli Stati Uniti (linea rossa), le azioni della difesa continuavano a essere valutate più positivamente rispetto a quelle europee, evidenziando le diverse considerazioni ESG tra le due regioni.

Cosa pensano gli asset manager?

HANetf, asset manager londinese, ha pubblicato la nuova edizione della sua Thematic & Digital Assets Review, che include un sondaggio tra i principali gestori europei. Il 94% degli intervistati ritiene che gli investimenti nella difesa siano compatibili con i principi ESG (ambientali, sociali e di governance), evidenziando un cambiamento di prospettiva in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche. Inoltre, il 98% degli intervistati considera fondamentale la sede geografica delle società di difesa, suggerendo che gli investimenti debbano concentrarsi su aziende di Paesi geopoliticamente responsabili (riferimento implicito ai paesi NATO). Il cambio di prospettiva sugli investimenti nella difesa ha portato i titoli europei del settore a sovraperformare nell’ultimo anno sia rispetto ai loro omologhi statunitensi che all’indice europeo diversificato, come mostra il grafico.

Cambio di rotta

In passato, i settori legati alle armi erano stati i primi esclusi dagli indici ESG, ma oggi questa regola sta cambiando. La difesa viene rivalutata come essenziale per la sicurezza globale, sollevando interrogativi. Come possiamo conciliare la produzione di armi con i principi ESG, che promuovono sostenibilità sociale e ambientale? Questo cambiamento è un compromesso accettabile o stiamo sacrificando valori etici in risposta a un mondo più instabile?

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