Nel 2023 sono stati quasi 1 milione i contenuti pubblicati sui principali social media a tema economico-finanziario. Come riportato dal Sole 24 Ore, nel 70% dei casi il focus è stata la Finanza, seguita da Fisco e Contabilità (21,4%), Start-up (5,6%) e Criptovalute (3%).
Nonostante l’interesse in forte crescita, il settore finanziario rappresenta solo il 9% del totale dei contenuti pubblicati.
Cosa succederà quando questo ambito registrerà numeri simili agli altri settori? In un paese con una bassa educazione finanziaria come il nostro, questa domanda è di fondamentale importanza. Interrogarsi sempre sui conflitti di interesse I social media sono la nuova frontiera della pubblicità e come per gli altri settori anche la finanza ha i suoi Fin-fluencer.
Promozione di prodotti finanziari Se un post educativo mira a vendere un servizio finanziario, la narrativa sarà chiaramente a favore di quest’ultimo, e la valutazione potrebbe non essere del tutto oggettiva. Educazione finanziaria
Se i contenuti pubblicati mirano alla vendita di un corso finanziario è importante informarsi sul profilo del soggetto che lo eroga (professione, percorso accademico, certificazioni, referenze, ecc.). Attenzione alle truffe Prestare attenzione a chi promette guadagni facili o metodi a basso rischio per guadagnare sui mercati finanziari. Citando il premio Nobel M. Friedman, potremmo dire che in finanza “Non esistono pasti gratis”.
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