Il 2026 alla prova delle elezioni di midterm negli Stati Uniti

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By: Alessandro Zoni / 29 Dicembre 2025

Negli Stati Uniti il 2026 sarà un anno chiave sul piano politico e di mercato segnato dalle elezioni di midterm. Storicamente questi appuntamenti elettorali rappresentano una fase delicata per i mercati finanziari, spesso accompagnata da un aumento della volatilità e da movimenti correttivi, in particolare nella seconda parte dell’anno.

L’analisi storica conferma questo schema: nei mesi che precedono le elezioni, l’incertezza legata all’equilibrio politico e all’agenda fiscale tende a riflettersi negativamente sulle valutazioni azionarie. Tuttavia, osservando l’andamento a dodici mesi di distanza, emerge un quadro ben diverso. Come mostrato nel grafico, l’anno delle midterm ha mediamente prodotto performance positive, con un recupero significativo dopo le fasi di debolezza iniziali. Questo andamento riflette la progressiva riduzione dell’incertezza politica e, spesso, un contesto di maggiore equilibrio istituzionale.

Un secondo elemento riguarda le previsioni delle principali banche d’investimento sull’S&P 500. Le stime attuali convergono su un target medio compreso tra 7.500 e 7.600 punti, delineando uno scenario costruttivo per l’equity americano nel medio termine. Queste indicazioni suggeriscono aspettative di crescita degli utili e di tenuta del ciclo economico, nonostante un contesto macro ancora complesso.

È tuttavia fondamentale contestualizzare tali previsioni. L’esperienza storica insegna che i target di mercato formulati dalle banche raramente risultano accurati, sia in termini di tempistica sia di livelli.

Le uniche variabili che possiamo e dobbiamo controllare sono: il nostro livello di tolleranza al rischio, l’obiettivo temporale, i costi e la diversificazione degli investimenti.

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