Il Rendiconto MiFID, introdotto dalla Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari, fornisce dettagli sui costi sostenuti nell’anno precedente, permettendo una valutazione trasparente degli investimenti ma la mancanza di consapevolezza e la difficoltà nel recuperare il documento lo rendono ancora poco conosciuto.
Le tre voci principali devono essere:
1. Costi totali dovuti alla banca.
2. Costi dovuti a soggetti terzi (emittenti dei prodotti collocati/distribuiti).
3. Dettaglio dei guadagni della banca dalla vendita degli strumenti finanziari.
Purtroppo, non esiste un modello standard per il Rendiconto MiFID, con ogni banca che ha un proprio layout e modalità di accesso online.
Tuttavia, i dati devono essere rappresentati in modo chiaro e comprensibile, indicando i costi e oneri in relazione alla giacenza media del portafoglio nell’anno solare. I costi elevati possono impattare negativamente sugli investimenti, ma non tutti i prodotti finanziari remunerano banche e consulenti. Gli ETF, ad esempio, sono considerati più efficienti sotto questo aspetto.
Secondo il “Global Investor Experience Study” di Morningstar, l’Italia è tra i paesi con i costi più alti nei fondi comuni di investimento. Un investitore italiano può pagare tra il 2% e il 3% all’anno di costi fissi tramite consulenza finanziaria tradizionale.
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