L’avvento della pandemia ha dato risalto come non mai ai fabbisogni o ai surplus di liquidità aziendali. Le varie azioni del Governo tese a non lasciare senza liquidità le aziende hanno suscitato nuove domande nell’imprenditore: “Di quanta liquidità ho bisogno per lavorare?” – “Quanta liquidità posso chiedere per evitare di averne troppa e pagare per una provvista non necessaria?” – “Mi conviene chiedere il massimo importo disponibile?”……
A queste domande non vi è una risposta standard bensì ognuno, a seconda di diversi fattori, avrà una propria risposta giusta. I fattori da prendere in esame sono diversi, vediamone alcuni:
Alla base di queste considerazioni sarebbe corretto monitorare almeno mensilmente i propri sbilanci di liquidità. Questo ci permetterebbe di ipotizzare scenari di evoluzione muovendosi per tempo nei mercati dei capitali cercando gli strumenti finanziari più appropriati al proprio fabbisogno: sia dal lato dei finanziamenti efficientando il costo di raccolta, sia dal lato degli investimenti permettendoci di affacciarci anche a strumenti che presentano un grado di rischio/rendimento maggiore rispetto ad una gestione di tesoreria a breve termine come spesso accade nelle aziende.
Questo aspetto di gestione della tesoreria aziendale se opportunamente strutturato può portare importanti risparmi dal lato della provvista finanziaria e importanti ricavi dal lato degli investimenti.
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