Quando un tweet muove i mercati

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By: Fabio Bernazzoli / 13 Ottobre 2025

Dalla minaccia alla marcia indietro: il linguaggio social di Trump torna protagonista

Nel giro di pochi giorni, Donald Trump ha riacceso la tensione tra Stati Uniti e Cina con due soli post su X (ex Twitter). Prima ha annunciato un dazio del 100 % sulle importazioni cinesi, scatenando un’ondata di panico sui mercati globali; poi ha corretto il tiro 2 giorni dopo, scrivendo: “Non preoccupatevi per la Cina, andrà tutto bene. Gli Stati Uniti vogliono aiutare la Cina, non danneggiarla!”

La reazione dei mercati

L’effetto è stato immediato e ha portato vendite non solo sui listini cinesi:

  • In Cina, l’Hang Seng di Hong Kong dopo aver toccato il -5% ha recuperato chiudendo a circa -3% dall’annuncio; tra i più penalizzati i titoli tech che chiudono a -4% dall’annuncio.
  • A Wall Street S&P 500 e Nasdaq 100 hanno perso rispettivamente il 3% e il 3,75% circa dall’annuncio. Solo dopo il tweet conciliatore si è visto un rimbalzo nei futures americani, con un recupero di circa il 2% su entrambi i listini.

È l’ennesima dimostrazione di come la comunicazione politica digitale possa oggi incidere immediatamente sui mercati finanziari. Trump — e più in generale i leader che usano i social in modo impulsivo e performativo — non si limitano a commentare gli eventi: li creano in tempo reale. Ogni post diventa un segnale interpretato da analisti, media e algoritmi di trading, generando oscillazioni immediate e spesso sproporzionate rispetto ai fondamentali economici.

In conclusione

Questa volatilità comunicativa non è casuale. Alternare messaggi duri e concilianti serve a tenere alta l’attenzione pubblica e a imporre l’agenda mediatica. Ma per i mercati si traduce in rumore di breve periodo, che rischia di distorcere le decisioni degli investitori più emotivi. La lezione, dunque, è semplice: in un mondo in cui un tweet può muovere miliardi, l’investitore deve imparare a filtrare il rumore e a non farsi trascinare dall’emotività del momento.

La vera forza, oggi, non è prevedere la prossima uscita di un leader, ma restare coerenti con la propria pianificazione di lungo periodo.

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