L’inflazione regge ancora come scusa per giustificare l’aumento unilaterale dei costi dei conti correnti?
Dopo i recenti rincari segnalati da altri istituti bancari (Credit Agricole, Credem, Banco BPM, Unicredit e BancoPosta), anche Mediobanca Premier si unisce alla lista delle banche che stanno aumentando i costi dei conti correnti, giustificando le modifiche con l’aumento dell’inflazione. Lo riferisce Plus24, il supplemento de Il Sole 24 Ore, in un approfondimento che ha raccolto numerose segnalazioni da parte dei clienti sull’aumento unilaterale dei costi dei conti correnti.
Mediobanca Premier, così come gli altri istituti, motiva le modifiche facendo riferimento a un’inflazione cumulata del 21,5% dal 2020, che avrebbe aumentato significativamente i costi sostenuti per servizi informatici, gestione immobili, personale, ecc.
Il ruolo di Banca d’Italia
Tuttavia, la Banca d’Italia ha già espresso in diverse occasioni la necessità per gli istituti di credito di usare prudenza nell’applicazione dello ius variandi (cioè il diritto di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali). In una nota diffusa nel febbraio 2023, l’Autorità di vigilanza ha sottolineato l’importanza di una valutazione complessiva che consideri tanto l’impatto del carovita quanto l’aumento dei tassi d’interesse, che ha favorito la redditività delle banche. Ora che sia i tassi sia l’inflazione stanno calando, la giustificazione dei rincari appare ancora più discutibile, soprattutto in un contesto in cui il settore bancario continua a registrare utili record.
Banca d’Italia ha avviato verifiche con 13 banche dopo la comunicazione del 2023 sulle modifiche unilaterali dei contratti ma non ha reso noti gli esiti. Tuttavia, i suoi richiami non sembrano aver avuto l’effetto sperato. Il vero limite è che solo il giudice può stabilire se il “giustificato motivo” citato dalle banche sia valido: Bankitalia non ha potere sanzionatorio, ma può solo vigilare e fare moral suasion (persuasione non vincolante). Di conseguenza, la tutela concreta del cliente è debole e spesso lasciata alla sua iniziativa.
Cosa può fare il cliente?
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